Fondi europei 2021-27: entro inizio anno il nuovo Accordo di partenariato

Fondi europei - Foto di Nicky da Pixabay

Circa 43 miliardi di fondi europei, cui si aggiungono 39 miliardi di cofinanziamento nazionale. Tanto vale l’Accordo di partenariato 2021-27 che il Governo punta a chiudere all’inizio del prossimo anno e che il ministro Provenzano ha discusso con i rappresentanti di imprese, sindacati, Terzo settore e PA.

I fondi europei a disposizione dell’Italia nel settennato 2021-27

I lavori per la predisposizione dell’Accordo di partenariato 2021-27 e dei nuovi Programmi operativi cofinanziati dai fondi europei sono partiti in realtà già nel marzo 2019, con il primo incontro convocato dall’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi. Da allora, però, il contesto è fortemente cambiato, con l’emergenza Covid-19 che ha spinto la Commissione europea a rivedere le sue proposte sulla Politica di Coesione post 2020 e ad inserire nel pacchetto per la ripresa Next Generation EUuno strumento ponte, denominato REACT-EU, tra l’attuale e la nuova programmazione dei fondi strutturali europei.

Alla riunione di partenariato, organizzata il 29 dicembre dall’Agenzia per la Coesione territoriale e dal Dipartimento per le Politiche di Coesione, hanno partecipato tutte le istituzioni coinvolte nella programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027, dalle associazioni di categoria alle realtà del Terzo settore, dai sindacati alle amministrazioni pubbliche.

Nel corso della riunione sono state esaminate le principali novità introdotte al termine del negoziato sui regolamenti dei fondi UE e sul regolamento CPRcontenente le disposizioni comuni ai fondi europei e le dimensioni complessive del pacchetto finanziario destinato all’Italia.

Accordo di partenariato 2021-27: 82 miliardi tra fondi europei e cofinanziamento nazionale

In base alle allocazioni pubblicate dalla Commissione europea, i fondi europei che l’Italia dovrà programmare ammontano, nell’ambito della Politica di Coesione 2021-27, a 37 miliardi e 341 milioni a prezzi 2018, corrispondenti a oltre 42 miliardi in prezzi correnti, cui aggiungere i 937 milioni del Just Transition Fund, il Fondo per una transizione giusta che accompagna la decarbonizzazione delle regioni più dipendenti dai combustibili fossili, per un totale di circa 43 miliardi.

A questi si aggiunge, poi, il cofinanziamento nazionale dei fondi UE, che la manovra 2021 ha già previsto a valere sul Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183.87, per circa 39 miliardi di euro.

Oltre 82 miliardi di euro per la nuova Politica di Coesione, a cui sommare circa 14 miliardi di REACT-EU, di cui 11,3 miliardi in prezzi correnti in arrivo già nel 2021.

Le priorità del tavolo partenariale

Tra le priorità individuate dai partecipanti alla riunione l’efficienza della pubblica amministrazione, tema legato a doppio filo a quello dell’efficienza degli investimenti pubblici e privati, le misure di politica industriale nel quadro della transizione verde e digitale, il rilancio del turismo, il sostegno all’occupazione e all’empowerment femminile, la rigenerazione urbana e il ruolo della cittadinanza attiva nelle monitoraggio dell’attuazione dei progetti e della spesa pubblica. Diversi gli appelli ad accelerare l’attivazione delle risorse di REACT-EU, che dovrebbe dare continuità alle misure emergenziali finanziate grazie alla riprogrammazione dei PON e dei POR 2014-2020.

Il partenariato continuerà ad essere coinvolto nella programmazione dei fondi UE, ha assicurato il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, sottolineando l’esigenza di assicurare “la complementarietà tra le diverse fonti finanziarie europee e nazionali che sosterranno gli investimenti sul territorio, al fine di garantire una effettiva addizionalità della Politica di Coesione”.

Meno Programmi operativi, più attenzione ai territori

La matrice di fondo della nuova programmazione sarà il Piano Sud 2030, ha spiegato il ministro, il cui metodo ispirerà la definizione dell’Accordo di partenariato.

Per l’allocazione delle risorse 2021-27 si pensa quindi a un incremento della quota di risorse assegnate al livello regionale, a un maggiore ricorso ai POR plurifondo FESR-FSE, e a una sostanziale riduzione del numero dei Programmi operativi nazionali, che dovrebbero scendere da 13 a otto. Previsto anche il rafforzamento della dimensione territoriale, in particolare attraverso il potenziamento del PON Metro, il Programma nazionale che si rivolge alle Città metropolitane.

Trasversale l’impegno a concentrare le risorse su interventi che rispondano alle esigenze dei territori e generino benefici visibili per i cittadini. A questo scopo contribuirà il processo di rinnovamento del personale delle PA, avviato con la previsione, nella legge di Bilancio 2021, del reclutamento delle prime 2.800 unità di personale per le amministrazioni.

Il Governo punta a chiudere la stesura dell’Accordo di partenariato per l’inizio del nuovo anno, ha detto Provenzano, al termine dei necessari passaggi istituzionali con la Conferenza delle Regioni e del confronto sulla programmazione delle risorse di REACT-EU e del Just Transition Fund.