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News – Pagina 73 – Italia nel Mondo

Grandi progetti R&S: Bandi ICT- Agenda digitale e Industria sostenibile

Al via due interventi del Fondo per la crescita sostenibile per la promozione di grandi progetti di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione elettroniche (ICT), coerenti con l’Agenda digitale italiana, e nel settore della cosiddetta industria sostenibile.
Il primo bando, adottato con decreto ministeriale 15 ottobre 2014 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 282 del 4 dicembre 2014, ha lo scopo di sostenere progetti in grado di esercitare un significativo impatto sullo sviluppo del sistema produttivo e dell’economia del Paese, grazie a un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili e sviluppando specifiche Tecnologie Abilitanti, nell’ambito di quelle definite dal Programma quadro comunitario “Orizzonte 2020”, con adeguate e concrete ricadute su determinati settori applicativi.
Il secondo bando, adottato con decreto ministeriale 15 ottobre 2014 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 283 del 5 dicembre 2014, riguarda progetti finalizzati a perseguire un obiettivo di crescita sostenibile, per promuovere un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva, che, utilizzando le Tecnologie Abilitanti Fondamentali, anch’esse definite nel Programma “Orizzonte 2020”, si sviluppano nell’ambito di specifiche Tematiche rilevanti, caratterizzate da maggiore contenuto tecnologico, più rapido impatto sulla competitività e più immediate applicazioni industriali.
La dotazione finanziaria, a valere sul Fondo per la crescita sostenibile, è di 150 milioni di euro per il bando ICT-Agenda digitale e di 250 milioni di euro per il bando Industria sostenibile
Con decreto ministeriale 19 marzo 2015 sono state introdotte alcune modifiche, di identica natura, ad entrambi i decreti.

Misure per l’autoimprenditorialità – Nuove imprese a tasso zero

Sulla base dell’esperienza maturata nell’applicazione del principale strumento nazionale di sostegno alla realizzazione e all’avvio di nuove attività imprenditoriali di piccola dimensione, il decreto legislativo n. 185/2000 di cui Invitalia è il soggetto gestore, è stata introdotta dal legislatore una radicale modifica degli incentivi in favore dell’autoimprenditorialità di cui al Titolo I del citato decreto legislativo.
Per l’applicazione dell’intervento è stato adottato il nuovo regolamento con il decreto 8 luglio 2015, n. 140.
Le principali novità sono:
si rivolge non solo ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente dall’età;
è applicabile non più nelle sole aree svantaggiate ma in tutto il territorio nazionale;
non prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa);
possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da 12 mesi;
possibilità di presentazione della domanda anche da parte di persone fisiche che intendono costituire una società.
Sono agevolabili, fatti salvi alcuni divieti e limitazioni previsti dal regolamento comunitario sugli aiuti d’importanza minore, cosiddetti de minimis, le iniziative che prevedono programmi d’investimento non superiori a 1,5 milioni di euro relativi a:
produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli;
fornitura di servizi, in qualsiasi settore;
commercio e turismo;
attività riconducibili anche a più settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile, riguardanti:
la filiera turistico-culturale (intesa come attività finalizzate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché al miglioramento dei servizi);
l’innovazione sociale (intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali ovvero soddisfano nuovi bisogni sociali, anche attraverso soluzioni innovative).
Le agevolazioni sono concesse, sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello, ai sensi e nei limiti del sopra citato regolamento de minimis, che prevede, in particolare, che le imprese possono beneficiare delle agevolazioni fino al limite massimo di 200 mila euro, tenuto conto di eventuali ulteriori agevolazioni già ottenute dall’impresa a titolo di de minimis nell’esercizio finanziario in corso alla data di presentazione dell’istanza e nei due esercizi finanziari precedenti.
L’impresa beneficiaria deve garantire la copertura finanziaria del programma di investimento apportando un contributo finanziario, attraverso risorse proprie ovvero mediante finanziamento esterno, in una forma priva di qualsiasi tipo di sostegno pubblico, pari al 25% delle spese ammissibili complessive.
Con circolare direttoriale 9 ottobre 2015 n. 75445 sono stati definiti i termini e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione.
Le domande di agevolazione, corredate dei piani di impresa e della documentazione potranno essere presentate al Soggetto gestore a partire dal giorno 13 gennaio 2016.

Un Paese più ospitale per le startup innovative

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Rendere l’Italia un Paese più ospitale per le nuove imprese innovative, le startup – siano esse digitali, industriali, artigianali, sociali, legate al commercio o all’agricoltura, o ad altri settori dell’economia -, significa innanzitutto tentare di innescare un’inversione di tendenza in fatto di crescita economica e di occupazione, in particolare giovanile. Ma significa anche spingere affinché il nostro Paese diventi più veloce e dinamico, capace di tornare a scommettere sulle sue energie migliori.

Con la Legge 221/2012, che ha convertito il Dl Crescita 2.0, viene introdotta per la prima volta nell’ordinamento del nostro Paese la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa: per questo tipo di impresa viene predisposto un quadro di riferimento articolato e organico a livello nazionale che interviene su materie differenti come la semplificazione amministrativa, il mercato del lavoro, le agevolazioni fiscali, il diritto fallimentare.

In linea con quanto proposto nel Rapporto Restart, Italia! elaborato dalla task force sulle startup innovative, le misure toccano tutti gli aspetti più importanti del ciclo di vita di una startup innovativa- dalla nascita alle fasi di crescita, sviluppo e maturazione – ponendo l’Italia all’avanguardia nel confronto con gli ordinamenti dei principali partner europei.

Promuovendo la visione di un’Italia più favorevole all’innovazione, il provvedimento assume una portata che trascende la sfera dell’economia e non è priva di implicazioni di natura sociale e culturale per il futuro del nostro Paese. Un futuro nel quale l’innovazione, fattore chiave per lo sviluppo economico, entrerà nella quotidianità degli italiani e sarà il paradigma delle politiche economiche miranti alla crescita. Un futuro nel quale a chiunque, giovane e non giovane, sarà concessa l’opportunità di trasformare il proprio talento in iniziativa imprenditoriale. Il futuro di un Paese che incarna il progresso e che vanta una cultura del rischio diffusa. Un Paese caratterizzato da una maggiore mobilità sociale; dove i luoghi dove si genera la conoscenza, le scuole, dialogheranno maggiormente con i luoghi in cui essa trova concreta applicazione, le aziende. Un Paese dove siano radicate la cultura del merito e della trasparenza, dove fallire non sia più un’odissea né un’onta, dove le politiche siano in grado di auto-valutarsi e, laddove si rivelassero infruttuose, correggere il proprio corso.

La sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative, con il report delle società iscritte aggiornato con periodicità settimanale, testimonia che centinaia di imprese sono impegnate attivamente nella creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all’attività imprenditoriale.