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Febbraio 2016 – Italia nel Mondo

Settori d’intervento della Cooperazione Italiana.

 

La Dgcs continuerà a impegnarsi nell’individuazione in ognuno dei Paesi prioritari di un numero limitato di settori di intervento per il prossimo triennio. In generale, in ogni paese prioritario la Cooperazione italiana concentrerà nel periodo 2014-2016 le attività su, al massimo, tre settori. La scelta per ogni paese sarà basata sull’importanza che essi rivestono per le politiche di sviluppo, sul vantaggio comparato che può avere l’Italia in questi ambiti, sulla possibilità di raggiungere negli specifici settori una massa critica di risorse integrando quelle impegnate da altri soggetti italiani, sulla divisione del lavoro concordata con altri attori di cooperazione e sviluppo, in particolare la Commissione europea e gli stati membri Ue e sugli impegni assunti dall’Italia in sedi internazionali, quali ad esempio il G8 e il G20.

Agricoltura, sicurezza alimentare e accesso all’acqua
Il 18 ottobre 2012 il Comitato Direzionale della Dgcs ha approvato le Linee Guida per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare che contengono indicazioni strategiche, tematiche e marker di efficacia. In questo quadro, l’Italia assicura la propria attiva partecipazione alla definizione della New Alliance to increase Food Security and Nutrition che la Presidenza americana del G8 ha lanciato al Vertice di Camp David (maggio 2012), in continuità con i principi elaborati per l’Aquila Food Security Initiative, adoperandosi al contempo per rafforzare l’azione del Comitato per la Sicurezza Alimentare, creato in ambito Fao per facilitare il dialogo fra i differenti soggetti interessati a tale tematica (governi, società civile, settore privato) e collaborando attivamente soprattutto con le Agenzie del Polo agroalimentare romano. Sempre in ambito multilaterale la Cooperazione italiana assicura il proprio sostegno al settore della ricerca e innovazione in agricoltura per lo sviluppo mediante il supporto alle attività del Consultative Group on International Agricultural Research, o comunque di suoi enti membri, nonché nella definizione e realizzazione presso la Fao della Tropical Agricultural Platform. Parallelamente, con ricorso al canale bilaterale, le attività nel settore agricolo si concentrano principalmente nell’intensificazione ecologica dell’agricoltura, nel sostegno ai piccoli contadini e alle organizzazioni dei produttori, nel favorire la ricerca-innovazione e i servizi di supporto al settore. La speciale attenzione da rivolgere ai paesi fragili, quali quelli in situazioni di post conflitto o post-emergenza, intende poi favorire la via del rafforzamento istituzionale, del ripristino del tessuto civile nelle aree rurali e della ricostruzione delle basi produttive dei piccoli agricoltori, con enfasi particolare sulla formazione. Il tradizionale impegno dell’Italia nella cooperazione in campo agricolo e in generale nello sviluppo dei settori rurali nei paesi partner andrà coniugato con l’attenzione che, anche in sede internazionale, si dedica ai temi della sicurezza alimentare e nutrizionale (tema conduttore fra l’altro dell’Expo Milano 2015) nel contesto generale del miglioramento dei sistemi alimentari locali: lotta alla malnutrizione cronica, benessere materno-infantile nei primi 1000 giorni di vita, buona gestione fondiaria, attenzione al ruolo della donna nella produzione agricola, investimenti responsabili in agricoltura (con possibile e virtuoso coinvolgimento del settore privato) costituiscono i pilastri, e i punti forza, dell’azione italiana in questo settore. Inoltre, sempre in chiave Expo 2015, la nostra azione andrà collegata a un tema di crescente rilevanza e centralità, quello della lotta agli sprechi alimentari. In tali ambiti, l’Italia vanta alcune best practices che andranno opportunamente evidenziate e valorizzate. Saranno curati anche i seguiti del sesto vertice mondiale di Marsiglia dedicato all’Acqua (marzo 2012), tematica strettamente legata alla sicurezza alimentare, allo sviluppo rurale e alla crescente domanda di energia. La ricerca di un nuovo approccio integrato sul tema dell’accesso universale all’acqua e ai servizi igienici di base costituirà la piattaforma fondamentale per contribuire – anche da parte italiana – al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

La Cooperazione italiana

 

Le attività della Cooperazione italiana sono regolate dalla Legge n.49 del 1987 con la quale si è creata l’attuale Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ambito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il 29 agosto 2014 è entrata in vigore la nuova Legge n. 125 del 2014 – “Disciplina Generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo” – che definisce la cooperazione come “parte integrante e qualificante della politica estera”. La nuova normativa da un lato ha l’obiettivo di aggiornare in modo sistematico la fotografia del sistema dopo 27 anni dall’approvazione della Legge 49/1987 sulla Cooperazione allo sviluppo, rimettendo in ordine soggetti, strumenti, modalità di intervento e principi di riferimento maturati nel frattempo nella comunità internazionale; dall’altro, quello di adeguare il sistema italiano di cooperazione allo sviluppo ai modelli prevalenti nei Paesi partner dell’Ue.

Costituire una startup innovativa senza andare dal notaio: ministro Guidi firma decreto

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Venerdì, 19 Febbraio 2016
Si aggiunge un altro importante tassello che facilita la nascita delle startup innovative. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha firmato il decreto che introduce la possibilità di costituire una startup innovativa, definita ai sensi dell’articolo 25 del decreto-legge 179/2012 e successive modificazioni, mediante un modello standard tipizzato con firma digitale, ferma restando la possibilità di costituire la società per atto pubblico.
Con successivo decreto direttoriale sarà approvato il modello informatico e la modulistica per la trasmissione e iscrizione al Registro delle imprese, direttamente compilabile online. Gli atti potranno essere redatti direttamente dai soci della startup oppure avvalendosi dell’Ufficio del Registro delle imprese che autenticherà le sottoscrizioni e procederà in tempo reale all’iscrizione, permettendo la nascita della società contestualmente all’apposizione dell’ultima firma.